Acquaviva d'Isernia è un comune montano di 464 abitanti ( nel 1911 gli abitanti ammontavano a 884, fonte ISTAT ) posto sui primi rilievi preappenninici ( altitudine 730 metri s.l.m. ) e precisamente nel bacino superiore del fiume Volturno, a destra del corso di uno dei suoi affluenti, il torrente Rio. Il territorio presenta un andamento altimetrico vario ed irregolare ed il paesaggio ne asseconda le caratteristiche con il rapido succedersi di rilievi più o meno pronunciati, coperti da una vegetazione in cui dominano la quercia ed il carpino.
Il panorama che si gode da questo piccolo comune è suggestivo ed è offerto dalla catena appenninica dei Monti della Meta ( Mainarde ). Il comune si raggiunge lasciando l'Autostrada del Sole A1 ai caselli di Caianello (a 64 Km.) per chi proviene da sud, o San Vittore (a 58 Km.) per chi arriva da nord, percorrendo la statale 85 Venafrana e quindi imboccando e percorrendo per pochi chilometri la s.s. 158; da questa si diparte la strada che conduce all'abitato. Provenendo dal lato ovest e quindi da Isernia, invece, si percorrono pochi chilometri della statale 17 Apullo-Sannitica e quindi si raggiunge il breve tratto di strada che collega questa con la s.s. 158 passando, appunto, per Acquaviva d'Isernia. Per la sua collocazione geografica, che lo pone a breve distanza dai centri turistici abruzzesi, come Roccaraso, Pescocostanzo, Rivisondoli, è frequentato, specie nel periodo estivo, da turisti, accolti dagli Acquavivesi con i loro modi semplici e cordiali.
L'economia del paese, una volta basata prevalentemente sull'agricoltura, sull'allevamento ovino-caprino, suino e sullo sfruttamento di alcuni boschi di ceduo, attualmente è imperniata sul terziario, sulle piccole attività commerciali e sul lavoro dipendente all'interno delle aziende della provincia. L'allevamento ovino-caprino e suino, trova ancora un piccolo spazio nel quadro produttivo locale, come lo trova ancora la coltivazione, in piccoli orti, di patate, fagioli, fave, verdure varie, zucchine, pomodori ecc...
Di rilievo dal punto di vista architettonico, è il castello dei Carmignano, di impianto longobardo ed oggi appartenente a più proprietari, cui si aggiungono la chiesa di Sant'Anastasio, la cappellina della Madonna del Rosario e il Santuario di Santa Maria Assunta. Per quanto riguarda la gastronomia, Acquaviva non presenta un piatto tipico esclusivo ma l'origine contadina e pastorale della sua gente, fa sì che si possano assaporare tutta una serie di pietanze e di prodotti che hanno stretto legame con la cultura e la tradizione locale.
Da gustare: formaggi, piatti a base di carni ovine-caprine e suine, di "sagn' e fasciuol" ( ottimi e ricercati i fagioli locali ), di "cotigh' e fasciuol", di lasagne e... arriviamo ai dolci come le "scurpell", le "pizzelle", le "cioffe", i biscotti al vino e... non dimentichiamo il pane con le patate, fresco e croccante, prodotto, nel forno a legna dal panificio locale e venduto anche nei paesi limitrofi ed in alcuni negozi alimantari di Isernia. Il folklore ad Acquaviva si materializza nel grande falò che si accende la sera del 21 gennaio, vigilia dei festeggiamenti del Santo Patrono, Anastasio.
"La Focata", come viene qui definita, si alimenta con ginepri tagliati nel territorio circostante. Una tradizione sentita, che fortunatamente regge al trascorrere del tempo e richiama solitamente anche gli Acquavivesi sia da fuori regione che dall'estero. Un momento particolare, quest'ultimo, perchè intorno al grande mucchio di brace si intrecciano i racconti delle generazioni che rivivono tempi ormai andati tra un morso alle salsiccie, alle bistecche e alle patate alla brace insieme ad un bicchiere di buon vino. Anticamente "La Focata" veniva fatta nelle piazzette di ogni via del paese. Venivano composte delle cataste di tronchi di varie misure che, accese, servivano a richiamare la gente che ancora si trovava nelle campagne o nei pascoli, invitandoli a raccogliersi intorno ai falo'. Questi falo' invernali servivano anche ad illuminare le vie che, nel periodo invernale e con la neve, erano impraticabili.
Con l'arrivo dell'elettricità questi falo' si sono riuniti tutti sul sagrato della Chiesa, dedicata al Santo Patrono, Anastasio.
La brace veniva raccolta e portata nelle case perche' il fuoco veniva benedetto dal sacerdote durante l'accensione ( in onore di Sant'Anastasio ). Tipica, per la presenza dell'ottimo fagiolo locale, anche "La fagiolata" di fine estate, appuntamento molto atteso che ogni anno richiama tanta gente.